martedì 11 febbraio 2020

FRIEDRICH NIETZSCHE

Nella prima fase del suo pensiero, Nietsche si volge allo studio del passato proprio allo scopo di rispondere all'interrogativo sui fondamenti della tradizione culturale occidentale e sulla sua decadenza. In "la nascita della tragedia dallo spirito della musica" egli vede il mondo greco come il risultato del conflitto fra i due principi contrapposti: l'apollineo e il dionisiaco.
L'apollineo è l'emblema della misura, dell'ordine, della razionalità; il dionisiaco invece è il principio del caos e della distruzione, ma anche della potenza creatrice, della gioia e della sensualità. Questi due principi, secondo il filosofo, si trovano fuori dalla tragedia. 
L'arte tragica nasce da questa originaria esperienza del caos, dell'irrazionalità e della drammaticità della vita, che l'uomo greco avverte l'esigenza di contenere nelle rasserenanti forme della poesia.
Il "miracolo metafisico" con cui gli antichi tragici riescono ad armonizzare due principi contrapposti si rompe con Euripide, con il quale si afferma il predominio dell'impulso apollineo su quello dionisiaco: nelle sue opere la razionalità prevale sulla naturalità, perisce la tragedia e nasce la filosofia.
Il personaggio che segna emblematicamente il passaggio dall'antica tragedia alla filosofia è Socrate. 
In un primo tempo Nietsche pensa che si debba far rinascere lo spirito autentico della tragedia greca, lo spirito dionisiaco. Ciò è possibile, secondo il filosofo, attraverso l'arte, e in particolare con la musica, emblematicamente rappresentata nelle opere di Wgner.


Nel secondo periodo del suo pensiero, simbolicamente rappresentato dalla figura del leone che lacera e distrugge, Nietsche ritiene che per emanciparsi dalle false credenze l'uomo debba spingere alle estreme conseguenze la tendenza verso il nichilismo implicita nella cultura europea, adottando un metodo scientifico e decostruttivo. Non a caso queta fasew del pensiero nitscheano è denominata "illuministica".

La tesi di Nietsche è che le grandi costruzioni teoriche delle morale, della filosofia e della scienza non sono altro che un'invenzione consolatoria di chi è in cerca di rassicurazione.
Secondo il filosofo è giunto il tempo di fare a meno di Dio e di tutte le concezioni metafisiche:"Dio è morto", e con lui sono crollati tutti i valori assoluti. In ciò consiste il nichilismo. La morte di Dio comporta l'avvento di una dimensione terribilmente difficile da sostenere.


Secondo Nietsche soltanto l'oltreuomo, che si è liberato dai condizionamenti esterni e da ogni consolazione dottrinale, ha accolto fino in fondo la condizione tragica e dionisiaca dell'esistenza, può accettare e superare il nichilismo radicale del mondo privo di Dio e dei valori. Il suo avvento viene annunciato dal profeta Zarathustra, nell'ora del meriggio, ed egli è simbolicamente raffigurato come un fanciullo ridente circondato di luce. Tale immagine indica la sua natura gioiosa, libera, innocente: l'oltreuomo infatti sa godere del corpo, della vita e dei suoi valori; inoltre, è in grado di sostenere l'idea dell'eterno ritorno dell'uguale. Esso consiste nell'ipotesi che la storia sia un grande circolo. In questo senso, questa teoria, risulta strettamente collegata a un altro importante concetto della filosofia nitscheana: quello della volontà di potenza. Essa esprime, per Nietsche, l'essenza stessa della vita, la quale si caratterizza come impulso a crescere e a volere sempre di più.








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