giovedì 26 marzo 2020

HENRI BERGSON

Per Bergson la vita della coscienza coincide con la memoria, della quale riconosce tre aspetti: il ricordo puro, il deposito inconscio di tutte le esperienze passate mantenute nella forma in cui si eran presentate in origine; il ricordo-immagine, l'atto con cui quel passato si materializza qui e ora; e la percezione, la facoltà che ci lega al mondo esterno.
L'organo che fa da mediazione e da filtro tra i contenuti del ricordo puro e le esigenze della realtà è il cervello.
Il filosofo fonda la sua concezione su una distinzione fondamentale: quella tra "tempo della scienza", esteriore e misurabile, e "tempo interiore o vissuto", il tempo della durata, trascurato dalle scienze sperimentali ma essenziali per la nostra identità di uomini il cui passato è costantemente conservato nel presente.
Nel 1907 con l'evoluzione creatrice Bergson estende all'universo intero la sua visione spiritualistica, indicandone lo slancio vitale, l'energia profonda che anima il mondo e lo porta a oggettivarsi in forme di vita sempre più elevate dal punto di vista del'organizzazione. L'evoluzione di tale forza originaria è definita creatrice in quanto non ha principi al di fuori di sé e da essa si origina la materia stessa. Lo slancio raggiunge il suo vertice nell'uomo, l'essere dotato di intelligenza e di intuizione. L'intelligenza è indispensabile per la vita pratica ma soltanto l'intuizione consente una vera conoscenza della realtà.


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